VISITA GUIADA

Desde el siglo V, peregrinación a la tumba de SAN MARTIN

 

 

 1. ESTERNO

     Nella sua facciata meridionale la Basilica è preceduta da un sagrato. Qui il calvario ci evoca la carità di San Martino (al centro) circondato da San Perpetuo e San Gregorio di Tours.

Alla sommità della cupola, a 51m dal suolo, troviamo la statua in bronzo del Santo benedicente la città, realizzata dallo scultore Jean Hugues nel 1875 (alta 4,25m per 1692 kg di peso). 

 

 

2. LA TOMBA DI SAN MARTINO

                 Si accede alla cripta dove si trova la tomba scendendo due larghe scale. Qui dieci ricche colonne di marmo di Scozia dai capitelli intagliati delimitano cinque navate. Al suolo notiamo le antiche delimitazioni della chiesa primitiva. In fondo, si trova la tomba del Santo.

L’insieme è realizzato in marmo e arenaria dei Vosgi adornato da mosaici. La parte superiore, a forma di sarcofago con frontoni ornati a forma di croce, è sostenuta da dieci colonne con capitelli di bronzo. Il tutto ricopre le pietre della primitiva sepoltura di San Martino.

Le aperture sui lati permettono di vedere la tavola di marmo sul posto della sua sepoltura e il reliquiario. Di fronte alla tomba si trova quella del Cardinale Meignan (1817-1896), Arcivescovo di Tours nel 1884, sormontata dalla sua statua, dello scultore François Sicard.

I muri sono tappezzati da molti ex-voto posti in riconoscenza per le preghiere esaudite, testimonianze della potente intercessione di San Martino. 

 

 

3. INTERNO

  Si trova una grande navata centrale con due navate laterali. Le loro arcate ricadono su 14 colonne monolitiche di granito levigato dei Vosgi sormontate da capitelli istoriati. Le navate sono coperte da legname adornato, ispirato ai soffitti a capriate delle chiese paleocristiane. Le navate laterali terminano tutte e due con una cappella radiale dove si trovano dei mosaici su fondo dorato.  

 

4. A sinistra : la cappella dedicata alla Vergine Maria.

 

5. A destra : la cappella di San Giuseppe – cappella del Santo Sacramento – con, all’ingresso,

 

6. la statua di Santa Teresa di Lisieux e un’icona che la rappresenta con suoi genitori, i Santi Louis e Zélie Martin.

 

7. Una cupola su pennacchi si affaccia sul coro e lascia entrare la luce da 22 finestre. Al centro troviamo San Martino seduto, che benedice con la mano destra e tiene la croce pastorale con la sinistra. È circondato, al di sotto, da San Gaziano, primo vescovo di Tours, da Sant’Ambrogio di Milano, suo contemporaneo, da San Lidorio, suo predecessore, e da Sant’ Ilario di Poitiers, suo maestro spirituale.

 

 

8. Il grand’altare maggiore

Si innalza nell’asse esatto della tomba di San Martino situata nella cripta. L’altare stesso, offerto da Eugène Gouin, è sostenuto da 4 colonne di marmo e colonnette di porfirio. L’altare contiene la reliquia di San Martino più importante in volume: una parte del cranio; da cui il soprannome dato a questo altare: “l’Altare del capo”.

Al di sopra dell’altare è posto un ciborio, dell’artista Aymard Verdier, ispirato da un disegno del XIII° secolo, con al centro, una piccola teca che contiene le reliquie di San Martino.

 

9.Da vedere anche, ad ogni lato le insegne delle basiliche minori: a destra, l’ombrellino rosso e giallo e 

 

10. a sinistra, le campanelle su montura lunga con lo stemma del Vaticano. 

 

11. Le vetrate provengono dalla bottega Lobin (XIX° secolo) e ripercorrono la vita di San Martino e il suo culto lungo il corso dei secoli.

 

 

12. Un gemmail : “San Martino abbraccia il lebbroso” secondo una tela di René Margotton (1988).

 

 

13. Il pulpito è totalmente in pietra, marmo e mosaico. È un tino di forma antica portato da un’ unica colonna di marmo.

 

 

14.  Il grande organo di tribuna a 28 registri è stato costruito per l’ospedale del “Bon Sauveur” di Caen.

 

 

15. Calco in gesso del busto della statua di San Martino, opera di Jean Hugues eretta sulla cupola della Basilica.

 

 

16. La statua di San Giacomo

Situata nella parte superiore della navata occidentale, domina il visitatore. Eseguita in pietra alla fine del XV° secolo, è un’ opera della scuola di Michel Colombe. Infatti, dal IX° secolo, Tours è una tappa sul cammino di Compostela, quando la via spagnola in direzione della tomba di San Martino divenne nell’altro senso la prima strada verso la tomba di San Giacomo.

 

 

Storia della Basilica in qualche data

 

397 Martino è sepolto nel cimitero pubblico, sotto l’attuale via des Halles.

 

437  Una piccola cappella è costruita sopra la sua tomba.

 

471 Si sostituisce la cappella con una basilica, consacrata il 4 luglio 471. Misurava 53 m in lunghezza, 20 m in larghezza e 45 m di altezza. Un decoro di seta, vetrate, marmi, mosaici, colonne e colonnette… Questa Basilica subisce parecchi incendi, e fu restaurata e abbellita ogni volta.

 

1050 Un incendio obbliga un’altra ricostruzione. La navata sembra essere una replica di quella di San Sernin a Tolosa : 56 m di lunghezza e 28 m di larghezza. Quattro torri marcano le estremità del transetto.

 

1175-1260 Le volte romaniche sono sostituite dalle volte ad ogiva “angevines”, poi un nuovo coro più ampio viene edificato.

 

1562 La basilica è saccheggiata. Le reliquie di San Martino sono salvate solo in parte dal fuoco.

 

1793 Durante la Rivoluzione, l’edificio diviene una stalla.

 

1797 Le volte crollano. La chiesa è distrutta, fatta eccezione della torre Carlo Magno e della torre dell’orologio, ancora oggi visibili. Per impedire definitivamente la rinascita del culto di San Martino, vengono aperte delle strade sul sito.

 

14/12/1860 Un abitante di Tours, Léon Papin-Dupont, soprannominato “il sant’uomo di Tours”, compra dei terreni presso il sito. Ritrova la tomba del Santo sotto una casa all’angolo sud.

 

1887 Inizio della ricostruzione della basilica attuale nello stile romanico-bizantino, orientata a nord-sud a causa della forma del terreno disponibile, opera dell’architetto Victor Laloux.

 

1925 Consacrazione della nuova Basilica.

 

Collégiale Saint Martin au début du XVIIIème siècle

Collégiale Saint Martin pendant la Révolution française

Plan de l’actuelle basilique superposé à celui de l’ancienne collégiale

Visitatori famosi…  

Clodoveo I rese visita più volte al santuario e l’ultima volta nel 507 dopo la vittoria di Vouillé. Santa Clotilde, sua moglie, si ritirò sul finire di vita a Tours presso la tomba di San Martino a cui era devota. Anche Santa Genoveffa e Santa Radegonda ci vennero e pure Giovanna d’Arco un po’ più tardi. Dagoberto, da parte sua, ordinò e pagò a Sant’Eloi una teca preziosa. Carlo Magno, per conto suo, dedicò sempre grande attenzione al luogo e ci venne nell’anno 800 prima della sua incoronazione. Sua moglie Luitgarda vi morì e fu sepolta dove più tardi fu eretta la “torre Carlo Magno”. Nel corso degli anni, il re San Luigi e Bianca di Castiglia, Luigi XIV e Luigi Filippo vennero anch’essi a venerare San Martino.

Tra i più contemporanei : 

Monsignore Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII (16 novembre 1947) e il Santo Papa Giovanni Paolo II (21 settembre 1996).

 

San Martino in poche date

 

Nel 316, nacque a Sabaria in Pannonia – Ungheria (altra data possibile 336).

Nel 320, suo padre, un tribuno militare, ricevette un pezzo di terra nella valle del Po (Pavia). Fu il suo primo incontro con i cristiani all’età di circa 10 anni.

330 o 331. Arruolamento forzato nell’esercito romano.

Nel 334, Martino fu di stanza a Amiens – Episodio del mantello condiviso e Battesimo.

356 Durante la battaglia di Worms, fu congedato dagli impegni militari, poi partì per Poitiers dove incontrò Sant’ Ilario.

357 Ritornò in Panonnia e battezzò sua madre.

358 Visse in solitudine in Italia sull’ isola di Gallinara.

361 A Poitiers, lavorò con Sant’ Ilario, e si stabilì a Ligugé come eremita.

371, il 4 luglio. Fu eletto Vescovo di Tours e fondò il monastero di Marmoutier.

A partire dal 372, fece molti viaggi e spostamenti in tutto l’impero.

 Evangelizzò paesi della Turenna, fondò le prime parrocchie rurali della Gallia. Fece numerosi esorcismi e guarigioni.

Nel 397, l’8 novembre, morì a Candes, poi il suo corpo venne riportato a Tours.

L’11 novembre (oggigiorno data della sua festa liturgica) fu sepolto nel cimitero dei poveri, nel quartiere attuale delle Halles.

 

Ritratto

Se l’11 novembre indica la fine della Prima guerra mondiale, questa data è prima di tutto la festa di San Martino. Più di 400 comuni e di 4000 parrocchie di Francia portano il suo nome. A lui sono dedicate chiese in tutto il mondo… È anche uno dei nomi più ricorrenti in Francia.

All’inizio di questo XXI° secolo, i muri di questa Basilica della Turenna sentono ogni giorno parlare croato o cinese, portoghese, tedesco, spagnolo, polacco… oltre al francese.

Si viene a sollecitare l’intercessione del Santo presso la sua tomba : che una coppia si riconcili, che un malato guarisca, che un giovane ascolti il Vangelo e sia battezzato, che una piccola chiesa parrocchiale rimanga aperta, che le vocazioni siano date… la litania delle intenzioni è lunga. San Martino ha ancora molto da dirci.

 

Il Mantello condiviso

Storia narrata dal suo contemporaneo Sulpicio Severo 3, 1-6

Un giorno in cui non aveva con sé nulla all’infuori delle armi e del solo mantello militare, nel pieno di un inverno più rigido del solito, che faceva rabbrividire a tal punto che l’intensità del freddo mieteva moltissime vittime, si imbatté in un pover’uomo nudo presso la porta di Amiens. Mentre quest’ultimo pregava i passanti di aver compassione di lui e tutti passavano oltre lo sventurato, quell’uomo pieno di Dio si rese conto che il poveretto, al quale gli altri non accordavano misericordia, era riservato a lui.

Eppure, che cosa avrebbe potuto fare? Egli non possedeva nulla oltre la clamide che indossava : aveva già consumato tutto il resto in un’opera dello stesso genere. Così, afferrata la spada che portava al fianco, tagliò la veste a metà e ne porse una parte al mendicante, mentre lui si ricoprì con l’altra. In quel mentre fra i presenti alcuni si misero a sghignazzare, perché appariva ridicolo con la veste tagliata ; al contrario di molti, meno sconsiderati, che si rammaricarono assai profondamente per non aver compiuto loro niente di simile : loro che, possedendo evidentemente di più, avrebbero potuto rivestire il povero senza spogliare se stessi.

Dunque, la notte successiva, dopo essersi addormentato, egli vide il Cristo vestito con la metà del mantello con cui aveva ricoperto il poveretto. Gli venne ordinato di osservare con la massima attenzione il Signore e di riconoscere la veste che aveva donata. Subito dopo, al cospetto di una moltitudine di angeli che lo circondavano, sentì Gesù che dichiarò ad alta voce : “Martino, ancora catecumeno, mi ha ricoperto con quest’abito”.

In verità il Signore, memore delle parole che un giorno aveva pronunciate : “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, le avete fatte a me” [Matteo 25, 40 et 45], affermò d’essere stato rivestito lui nel pover’uomo ; e per avvalorare la propria testimonianza di un’azione così buona, egli si degnò di mostrarsi proprio con quell’abito che il poveretto aveva ricevuto.

Dopo aver contemplato una simile visione, l’uomo beatissimo non insuperbì in orgoglio umano, ma riconoscendo nella sua opera la bontà di Dio, all’età di 18 anni, corse a farsi battezzare.